Quantcast
Channel: Pensieri di un agricoltore senza tempo
Viewing all articles
Browse latest Browse all 190

Lista n°1: le colture

$
0
0
La prima lista è forse la più difficile: tanto perchè è la prima, quanto perchè è frutto di una ricerca che ho fatto nella mia vita.
Sia chiaro che:
- i dati che riporto sono frutto della mia esperienza, ma non sono assolutamente da considerarsi assoluti;
- in alcuni casi i nomi delle varietà non sono specificati, o lo sono solo con nomi locali;
. per le colture arboree ho elencato diverse varietà che sono originarie di parti diverse della toscana e/o dell'appennino centrale, ma che non sono necessariamente specifiche del luogo dove vivo;
- non voglio offendere nessuno, ed esprimo solo un mio parere sull'argomento colture, senza voler denigrare altre varietà non menzionate, produttori o persone che la pensino in modo diverso dal mio.
Questo è IL MIO ELENCO, e non l'elenco che tutti dovrebbero fare o avere nel cuore...che sia chiaro!
Questa lista comprende cose che già ho, cose che non ho direttamente ma che trovo il modo di avere, e cose che vorrei avere.


Le colture NON SONO MESSE IN ORDINE D'IMPORTANZA, ma semplicemente per come mi vengono in mente al momento che le scrivo.

Partiamo con le colture erbacee:
1- Farro: non certo perchè va tanto di moda, ma perchè è un cereale che ben si adatterebbe ai miei terreni e (forse) anche ai miei climi. Indicato per alimentazione umana, sia come zuppa che come minestra, sia come base per insalate che come condimento per umidi, è ottimo anche per la produzione di farina.  Mia moglie usa spesso la farina di farro per fare delle torte salate (sublime quella con la bietola, il caprino stagionato ed i pinoli che mi ha fatto la scorsa settimana), per fare dei dolci ed anche mescolata a quella di grano tenero per fare il pane.
Me ne occorrerebbe circa 0.25Ha
Inoltre può trovare interessante impiego in campo zootecnico per alimentare i maiali.
2- Grano Tenero: i polli dovranno pur mangiare, no? E poi il tenero è la farina perfetta, utilizzata per fare pane, dolci, focacce, biscotti e torte salate o dolci.
Me ne occorrerebbe circa 0.50Ha
3- Orzo: fondamentale per l'alimentazione dei miei animali. La base per i maiali, l'arricchimento per i polli, l'aiuto per i conigli, l'incentivo per le capre.  Senza orzo non potrei restare. Coltura certamente meno esigente del grano, che sino a febbraio può essere seminata...e se l'annata dovesse andare male va bene anche falciarla a fine maggio, e diventa un ottimo foraggio per le capre e per i cavalli (provare per credere).
Me ne occorrerebbe almeno 1.50Ha (ma se fosse di più sarebbe meglio).
4-Favino: la dicotiledone che preferisco perchè arricchisce il terreno di azoto (e quindi non sono necessarie successive concimazioni per le colture che la succedono) ed è ottima per il sovescio nella vigna, nel frutteto, negli olivi e nei campi.
La granella la utilizzo in due modi: a bagno per due giorni oppure macinata.  In entrambi i casi è fondamentale per i miei maiali, sopratutto da quando hanno 30Kg sino a quando superano i 120-150Kg.
Il Favino porta proteine all'animale, e queste fanno massa magra, lavorando sull'accrescimento delle parti muscolari.
Io non uso alcun tipo di miscele aziendali, e questa leguminosa li aiuta nella crescita (sempre affiancata dall'orzo, da molta erba, verdure e frutta, castagne e ghiande).
Me ne occorrerebbe...la medesima quantità dell'orzo seminato l'anno precedente, poichè la uso in alternanza in modo da fare una rotazione biennale con questo, o triennale con altre colture come il grano tenero.
5-Avena (biada): La biada è ottima per essere seminata in terreni da recuperare, permette copiosi sfalci per il fieno da cavalli, la sua granella è indicata per le capre (un pugno alla sera quando c'è la neve), per i conigli (mescolata all'orzo quando le temperature vanno sotto zero), per i polli (assieme al pastone invernale) e per le capre (durante il periodo dei calori).
Il problema è che questa coltura attira i cinghiali, e se viene seminata in un campo sprovvisto di idonea recinzione...il raccolto sarà compromesso.
Ma mi piace perchè è una pianta di poche pretese...pioniera direi, che non ha bisogno di chissà quali lavorazioni o concimazioni, e che riesce sempre a stupire.
Me ne occorrerebbe 1.00Ha (cinghiali permettendo).
6- Un prato stabile di Trifoglio, Loietto, Ginestrino e Festuca.
Questo mix è perfetto per cavalli e capre, non spinge e offre discrete produzioni per molti anni (anche più di dieci in alcuni casi): vuol dire che non c'è bisogno di sfare il prato e rifarlo, evitando copiosi consumi per arature e lavorazioni successive, per il seme e la semina.
Regge molto bene al vento, alla siccità, alla pioggia e al freddo.
Me ne occorrerebbe almeno 3.50Ha (sempre che in azienda non aumentino gli erbivori)

passiamo adesso alle orticole...
7- Zucchino Fiorentino
8- Pomodoro Canestrino di Pisa (o Pisanello)
9- Pomodoro Costoluto di Firenze
10- Cavolo nero Toscano
11- Cipolla Rossa di Firenze
12- Cipolla di Certaldo
13- Aglio rosso
14- Carciofo Violetto
15- Fagiolo Zolfino
16- Patata Bianca (var. toscana)
17- Patata Rossa (var. toscana)
...e poi Bietole a Coste, Insalate, molti radicchi, peperoni Pescaresi, peperoni "quadrati", peperoncini piccanti assortiti (anche da fare ripieni), cavolfiore, cavolo verza e cavolo broccolo, fagiolini, sedano, finocchio...e tutto quello che cresce bene nella mia terra.

18- Di rivelante interesse anche un'area dedicata alle erbe aromatiche ed alle medicinali, ma di questo argomento specifico mi ripropongo di riparlarne in un post interamente dedicato.

Poi vengono le colture arboree.
19- Il Castagno. In assoluto è l'arborea che prediligo.  Ogni mio senso, e l'animo mio tutto è appagato da questa pianta Meravigliosa.
Naturalmente per avere il castagno ci vuole la terra giusta, poi la giusta altitudine, esposizione e clima.
Parto dal fusto ed i rami: con i polloni ed i fittoni si possono realizzare bastoni e manici utili per mille impieghi, o pali e travetti con polloni di svariati anni.  Con la buccia di questi si possono fare canestri e ceste, con il legno più vecchio possiamo realizzare moltissimi manufatti (da piccoli oggetti, sino agli infissi, i mobili, i tini e le botti, etc.) ed è una discreta legna per essere arsa (ma è bene che sia almeno un poco stata stagionata).  Le foglie sono adatte, assieme ai ricci vuoti, per avviare il fuoco di casa, e da sole per uso lettiera degli animali, per pacciamamare nell'orto, tingere i tessuti, per rivestire i formaggi in stagionatura, come foraggio per le capre e chissà quanti altri utilizzi.
Il fiore è nobile per l'apicoltura, ed io sono un vero estimatore di questo miele.
E poi il frutto: dal consumo fresco, sino a quello essiccato (in essiccatoio o in bocca di forno), per realizzare le marmellate (una vera gioia di vita per me), molti dolci, piatti e manicaretti, sino alla farina (la usiamo principalmente per fare il castagnaccio, i biscotti e la polenta).
Della pianta di castagno mi piace il fresco che regala in estate, il rumore delle sue foglie mosse dal vento, l'odore dei suoi fiori e della legna appena segata, e poi è una pianta possente, temeraria e longeva.
L'ideale sarebbe avere almeno 1.00Ha di castagneto da frutto.
20- L'olivo. Categoricamente in cultivar autoctone, pronto a divenire matto se le olive sono piccole o non si staccano dal picciolo per essere colte.  Assieme al castagno, questa è una pianta dai mille impieghi, e tanto in falegnameria (dagli utensili da cucina sino ai mobiletti), che nella pancia del camino o della stufa (la potatura di olivo è ottima per fare calore), il suo legname è apprezzabile.
I residui di potatura poi sono ottimo foraggio per le capre, e quanto ne rimane può alimentare il forno a legna per la cottura del pane.
Le olive poi, al forno, in salamoia, sotto sale, in patè trovano nobili postazioni sulla tavola quotidiana.
Ed infine l'olio, l'oro liquido, adatto per condire, per cucinare, per conservare (verdure e carni sottolio fanno parte della mia tradizione familiare) e per i mille rimedi casalinghi di mia moglie (dall'ungere i cardini sino a preparati con le erbe).
Per l'olio ad uso domestico basterebbero 30-35 piante, ma con 200 piante si avrebbe anche un reddito minimo utile al sostentamento del podere.
20- L'olmo. Pianta utilizzata per fabbricare utensili agricoli (resiste molto bene all'acqua e all'umidità). La legna non è molto adatta per essere arsa (anche se all'occorrenza ci si adatta), ma è comunque una pianta che fa ottima ombra, indicata per diverse cure tradizionali, discreta foraggera (le foglie) per le vacche.
Basterebbe anche solo averne un paio di piante vicino al pozzo, ma l'ideale è averne un sieponale lungo il fossi.
Può essere impiegata come tutore nella vigna per fare la vite maritata, oppure a capofila per reggere i fili del filare.
21- Il Salice da Vimini. Con le vettine (prima che spuntino le foglie) si fa un fascio, che poi viene abilmente tenuto a mollo (in acqua) e lontano dalla luce per i mesi a seguire. Le useremo per legare la vite (legatura del tronco), per legare le canne dei pomodori, per intrecciare panieri o simili.
Quando si ha il raffreddore o siamo affaticati da una giornata di duro lavoro nei campi, si usa succhiarne qualche foglia che, come dicevano i vecchi, ti tira su a modino.
Per evitare di usare spaghi e legacci di plastica, è bene averne diverse piante ed assicurarsi copiose scorte di vettini, pronti ai tanti utilizzi richiesti in campagna.
Quindi almeno 10 piante andrebbero tenute.
22- La Vite. Non può mancare nel podere la possibilità di fare il vino, ma anche di avere uva fresca da consumare, da appassire per i mesi a venire (per consumo diretto o per dolci), per la marmellata (ottime anche quelle abbinate alle pere o alle mele), per le gelatine, per i succhi di frutta.
Dopo la potatura i tralci vengono affastellati (raggruppati in piccole fascine), stivati e messi ad essiccare: alimenteranno il forno nel fuoco settimanale.
Inoltre, una volta che le foglie saranno cadute, la vigna rappresenterà un discreto pascolo per le mie capre, almeno sino al momento dell'occhiatura dei germogli.
Rigorosamente di varietà autoctone, o comunque toscane, alla faccia dei vitigni internazionali più blasonati, e con la convinzione che una vite autoctona avrà sempre minor bisogno di assistenza e cura (sopratutto per malattie ed insetti) rispetto ad una che ha "profonde radici storiche in quel territorio".
La vigna assicurerà il vino per la famiglia, ed anche solo 0.10Ha potrebbero assicurare la giusta quantità, ma se come per l'olivo si vuole provare ad avere un reddito, 1.00Ha  rappresenta un buon impegno per me, considerando che un'estensione maggiore avrei serie difficoltà a gestirla (vista la mole di lavoro che già ho oltre alla vigna).

Passiamo adesso alle cultivar da frutta.
23- Il Melo. Di varietà Decio (o Nesta), San Giovanni, Rossa di Firenze, Rotella ed altre.  Tutte toscane, e a maturazione a scalare, in modo da assicurarsi mele per molti mesi all'anno.
Per consumo fresco, per marmellate, per sciropparle, per essiccarle e per i succhi di frutta.
Almeno 15 piante per uso domestico (a me piace molto la mela).
23- Il Melograno. Purchè siano esposti il più possibile al sole, e riparati dai venti freddi di tramontana e grecale, sono immancabili nell'aia del podere o nell'orto.
Almeno 1 pianta.
24- Il Pero. Di varietà Volpina, Fiasca, Vernina, Briaca (o Cocomerina), Lardaia e Arancina. Tutte più o mno toscane, o comunque radicate nel territorio, a maturazione scalare.
Come per i Meli, per il consumo fresco dei frutti, per le marmellate, per essiccarle, per sciropparle, per fare le puree, per i succhi di frutta e per aromatizzare le grappe poco buone che mi hanno regalato.
Il legno di pero, semmai una pianta necessitasse di potature importanti, è molto duro è può essere usato come manico per martelli o utensili da colpo.
Almeno 15 piante per uso domestico.
25- Il Pesco.  Di varietà di Vigna e Saturnina.  Due varietà che fanno frutti piccoli, ma buonissimi.
Le piante possono essere messe anche nella vigna a capofila o fungendo da tutore direttamente alla pianta.
In tutto 10 piante tenute a corto (potate basse) possono bastare per la famiglia.
La frutta viene principalmente usata per il consumo fresco, per essere essiccate e per le marmellate.
26- L'Albicocco. La varietà precoce Toscana è molto diffusa, ma in annate di freddo marzolino ci possono essere cospicui cali di produzione.
La frutta, fresca e consumata direttamente (spesso proprio sotto alla pianta), o lavorata in marmellata, o sciroppata oppure essiccata, è una delle più buone che ci siano.
Poche piante, 3 al massimo, bastano per l'utilizzo familiare.
27- I Susini. La Verdacchia, la San Giovanni e la Coscia di Monaca sono le mie preferite.
Utilizzate come per le pesche, sono comunque molto presenti nei terreni del podere.
Circa 15 piante sono una quantità più che sufficiente a soddisfare il fabbisogno della mia famiglia, e degli animali che pascolano sotto di essi (galline e tacchini su tutti).
28- Il Ciliegio.  Rigorosamente nell'aia, la Varietà dolce detta Durona giugnola è forse la più apprezzata, assieme all'Acquaiola a pasta bianca.
Il Ciliegio Acido (o selvatico) è poi sono usato come tutori della vite, o come pianta da sieponali tra vari campi.
Sotto zucchero, nella grappa, in marmellata, ma sopratutto mangiate fresche e magari mentre vengono colte.
Almeno 2 ciliegi dolci ed un numero imprecisato di ciliegi acidi.
29- Il Fico.  Generalmente posto accanto al pozzo o nel pollaio.
Il Dottato, il Borgiotto nero di Firenze ed il Piombinese.
I fichi, oltre che per consumo fresco (ottimi con il pane appena sfornato), sono ottimi nella marmellata (per me una delle migliori assieme a quella di castagne e quella di more di rovo) ed essiccati (e poi accompagnati alle noci).
Le foglie secchie sono buone per alimentare il forno a legna o per pacciamare i carciofi.
Una pianta per vaietà, e quindi 3 in tutto.
30- Melo Cotogno.  Per la marmellata, almeno una pianta ci deve essere.
31- Noce. Pianta dai mille utilizzi, è certamente adatta per fare ombra nell'aia, per le noci, e per l'utilizzo del legname (dalla falegnameria alla stufa).
Con le foglie secche si alimenta il forno a legna, mentre con quelle verdi si possono rivestire le forme di pecorino che devono stagionare.
Con il mallo della drupe, colte rigorosamente il giorno di San Giovanni, si fa il nocino.
Inoltre le foglie ed il mallo è utilizzato anche per tingere le stoffe ed il legno.
Almeno un noce ci vuole, ma per me il giusto numero è di 3 piante.

Ci sarebbero molte altre piante, ma per praticità mi fermo qui, riservandomi di aggiungere qualcosa in un secondo tempo.
































Viewing all articles
Browse latest Browse all 190