Da tempo mi ero riproposto di aprire una discussione sull'argomento.
Argomento evidentemente a me caro in quanto, oramai da una vita, coltivo una Grande Passione per gli avicoli, con particolare interesse per i polli.
Ma più che mai in questo caso un pò di "storia personale"è d'obbligo.
Da bimbo dicevo che da grande avrei fatto il contadino, e non nego che la cosa lasciava spesso basiti i miei familiari, e che molto di quel mio affermare era certamente riconducibile a quell'esperienza che come "compagno di banco" di un bimbo di campagna stavo intraprendendo sin dai primi giorni delle mie Elementari.
Bimbo di campagna, così lo definivo, e in lui...nella sua libertà...e nella sua gioia di vivere vedevo il mio futuro.
Avevo sei anni, ma ventotto anni dopo mi sarei guardato con tenerezza e soddisfazione visto che avevo davvero già capito chi sarei voluto diventare.
E mentre nei pensierini di scuola mi barcamenavo tra futuri astronauti, calciatori, cantanti, ballerine e fatine, io stendevo già il mio progetto, e punto per punto prevedevo quello che sarebbe stato il mio futuro.
Ed ecco che otto anni dopo, durante il mio primo anno di superiori, era divenuto innegabile che la mia passione avesse molto più che un capriccio alla sua base: era ancora presto per compiere il passo, e dovevo solo conquistare qualche meta.
Ma ecco che un giorno il babbo mi regalò uno dei momenti più belli della mia vita, dicendomi che il proprietario di quello stagno dove andavamo sempre a pesca, era disposto ad affidarci quella bella voliera che si ergeva ai suoi bordi: si trattava di una vecchia voliera per fagiani (ci trovavamo in una riserva di caccia), oramai abbandonata all'incuria e ai rovi.
Lì, con la pazienza e disponibilità dei miei genitori, mettemmo i nostri primi polli.
Un gallo bianco dalla coda mozzata, frutto di un incrocio tra Livorno bianco e Mugginese (razza nana meglio identificata come Mugellese), due galline (sempre del medisimo incrocio) e una gallina "moicana" (così indicavamo scherzosamente la razza collo nudo da carne).
Quattro polli, e tutto ebbe inizio...
Oggi continuo ad allevare polli, ed in questi quasi venti anni d'esperienza ho avuto la possibilità di intraprendere diverse strade: ibridi commerciali, ovaiole da allevamento, incroci casuali, ma...la mia passione sfrenata sulla Livorno Bianca ha preso il sopravvento.
Infatti questi polli, oltre ad essere una razza che sta scomparendo, è autoctona di buona parte della Toscana (compresa la mia zona) ed è una razza rustica, che bene si adatta alla frugalità ed è infaticabile produttrice di ottime uova.
Purtroppo sta gradualmente cedendo il posto alla sua "cugina"Livornese (oppure Livorno commerciale), che ha una stazza maggiore e che riesce a deporre un maggior numero di uova durante l'anno.
Sia chiaro che questa discussione NON VUOLE ESSERE UNA CROCIATA CONTRO LE LIVORNESI O CONTRO CHI LE ALLEVA, ma sento solo la possibilità di dire che per me "recuperare e mantenere" quello che la storia mi offre ha sempre avuto un valore inestimabile.
Le Livornesi sono reperibili nella maggior parte dei consorzi e cooperative agricole, e da Pizzo Calabro a Vipiteno credo che ci sia qualche estimatore/allevatore di questa razza, che certamente è da considerarsi una delle migliori ovaiole al mondo.
Ma a me mi garba la Livorno, e seppur più piccolina e con meno uova deposte, è adatta al mio podere e alla mia filosofia di vita.
Fatta quindi la dovuta chiarezza su quello che è il mio pensiero, al fine di non suscitare l'ira degli intenditori ed appassionati di avicoltura, ritorno sulla mia esperienza pratica.
Allevo per uso familiare questi polli, e mi permetto di omaggiare amici e parenti delle loro meravigliose uova: la caratteristica dell'albume denso e compatto è innegabilmente apprezzata da quanti si dilettino in cucina e sopratutto in pasticceria (provare per credere).
Naturalmente anche l'alimentazione fa la sua parte, ed ecco cosa mangiano i miei polli:
- pulcini (dalla schiusa alle penne): Subito dopo la schiusa procedo con un'alimentazione a base di uovo sodo e farina di orzo, per poi arrivare ad un pastone di farina di orzo con una piccola parte di farina di mais e l'aggiunta di grano tenero in chicchi (tenuti in ammollo per renderli più digeribili ed appetibili). In caso di freddi primaverili improvvisi mi è ricapitato di aggiungere nel pastone qualche scroscio di vino, e quindi di fare il pastone briaco: tale pratica, ancora oggi molto diffusa tra i vecchi contadini della zona, veniva usata per dar "calorie" ai pucini (pulcini) infreddoliti.
-pollastre e galletti: si passa ad orzo spezzato, sempre una minima parte di mais spezzato, grano in chicchi e un poca di farina di favino, il tutto servito asciutto. Inoltre l'erba e la verdura inizia ad essere parte fondamentale della dieta quotidiana, ed i polli possono ruspare (razzolare) nel pascolo godendo anche dei lumachini e degli insetti.
-galline e galli: il mix è oramai composto da chicchi interi, ed oltre all'orzo e al grano tenero aggiungo del favino e qualche seme di girasole. Durante il mese di fine luglio/agosto, in quello che è deputato come il periodo più caldo dell'anno, fornisco anche dei pastoni a base di crusca, pane e moltissima frutta. Erba a volontà.
Durante l'anno trascorro lunghi periodi in cui do ai polli anche gli scarti della lavorazione del latte di capra, generalmente addizionandolo a della crusca.
Non uso MAI alcun tipo di mangime industriale o miscela specifica (anche se ho fatto pochissimi tentativi che poi nel prossimo intervento andrò a spiegare).
Generalmente i miei polli vivono molti anni, e contrariamente a quanto detterebbe la legge degli allevatori convenzionali (e cioè che dopo due anni la gallina va ricambiata), io decido di tenerle anche per svariati anni se queste non mostrano acciacchi e continuano a deporre qualche uovo.
Essendo galline da uovo saranno sempre scarne in fatto di carne, ma posso comunque assicurare che la loro bontà è cosa più che rilevante: da amante del brodo posso dire che questo pollo non la smette mai di stupirmi (anche negli umidi).
E' comunque necessario assicurare al pollo sempre acqua pulita, e se quindi avete delle anatre (che sono delle insozzatrici di ciotole d'acqua) dovrà essere data maggiore attenzione.
Oltre alla beva si deve pensare anche ai sali, e sopratutto chi non ha pascolo dovrebbe provvedere creando degli angolini o delle buche dove mettere della semplice rena di fiume.
Anche io l'ho fatto, e nonostante l'ampio pascolo vedo che in estate la prediligono: oltre a trovare qui il calcio fondamentale per le loro ossa e per il guscio delle uova, si dilettano anche in lunghi "bagni di sabbia" che servono per rinfrescarsi ma sopratutto per eliminare i parassiti che spesso sono presenti.
Non ho mai usato insetticidi o simili, ma piuttosto ho investito molto tempo a sostituire la paglia nelle cove (provvedendo ad eliminare la vecchia), e a rimuovere la pollina (le deiezioni dei polli) da sotto le cove.
Finisce qui il mio primo intervento sull'argomento polli, e a breve ne seguirà un'altro.
Argomento evidentemente a me caro in quanto, oramai da una vita, coltivo una Grande Passione per gli avicoli, con particolare interesse per i polli.
Ma più che mai in questo caso un pò di "storia personale"è d'obbligo.
Da bimbo dicevo che da grande avrei fatto il contadino, e non nego che la cosa lasciava spesso basiti i miei familiari, e che molto di quel mio affermare era certamente riconducibile a quell'esperienza che come "compagno di banco" di un bimbo di campagna stavo intraprendendo sin dai primi giorni delle mie Elementari.
Bimbo di campagna, così lo definivo, e in lui...nella sua libertà...e nella sua gioia di vivere vedevo il mio futuro.
Avevo sei anni, ma ventotto anni dopo mi sarei guardato con tenerezza e soddisfazione visto che avevo davvero già capito chi sarei voluto diventare.
E mentre nei pensierini di scuola mi barcamenavo tra futuri astronauti, calciatori, cantanti, ballerine e fatine, io stendevo già il mio progetto, e punto per punto prevedevo quello che sarebbe stato il mio futuro.
Ed ecco che otto anni dopo, durante il mio primo anno di superiori, era divenuto innegabile che la mia passione avesse molto più che un capriccio alla sua base: era ancora presto per compiere il passo, e dovevo solo conquistare qualche meta.
Ma ecco che un giorno il babbo mi regalò uno dei momenti più belli della mia vita, dicendomi che il proprietario di quello stagno dove andavamo sempre a pesca, era disposto ad affidarci quella bella voliera che si ergeva ai suoi bordi: si trattava di una vecchia voliera per fagiani (ci trovavamo in una riserva di caccia), oramai abbandonata all'incuria e ai rovi.
Lì, con la pazienza e disponibilità dei miei genitori, mettemmo i nostri primi polli.
Un gallo bianco dalla coda mozzata, frutto di un incrocio tra Livorno bianco e Mugginese (razza nana meglio identificata come Mugellese), due galline (sempre del medisimo incrocio) e una gallina "moicana" (così indicavamo scherzosamente la razza collo nudo da carne).
Quattro polli, e tutto ebbe inizio...
Oggi continuo ad allevare polli, ed in questi quasi venti anni d'esperienza ho avuto la possibilità di intraprendere diverse strade: ibridi commerciali, ovaiole da allevamento, incroci casuali, ma...la mia passione sfrenata sulla Livorno Bianca ha preso il sopravvento.
Infatti questi polli, oltre ad essere una razza che sta scomparendo, è autoctona di buona parte della Toscana (compresa la mia zona) ed è una razza rustica, che bene si adatta alla frugalità ed è infaticabile produttrice di ottime uova.
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Gallo Livorno Bianco |
Purtroppo sta gradualmente cedendo il posto alla sua "cugina"Livornese (oppure Livorno commerciale), che ha una stazza maggiore e che riesce a deporre un maggior numero di uova durante l'anno.
Sia chiaro che questa discussione NON VUOLE ESSERE UNA CROCIATA CONTRO LE LIVORNESI O CONTRO CHI LE ALLEVA, ma sento solo la possibilità di dire che per me "recuperare e mantenere" quello che la storia mi offre ha sempre avuto un valore inestimabile.
Le Livornesi sono reperibili nella maggior parte dei consorzi e cooperative agricole, e da Pizzo Calabro a Vipiteno credo che ci sia qualche estimatore/allevatore di questa razza, che certamente è da considerarsi una delle migliori ovaiole al mondo.
Ma a me mi garba la Livorno, e seppur più piccolina e con meno uova deposte, è adatta al mio podere e alla mia filosofia di vita.
Fatta quindi la dovuta chiarezza su quello che è il mio pensiero, al fine di non suscitare l'ira degli intenditori ed appassionati di avicoltura, ritorno sulla mia esperienza pratica.
Allevo per uso familiare questi polli, e mi permetto di omaggiare amici e parenti delle loro meravigliose uova: la caratteristica dell'albume denso e compatto è innegabilmente apprezzata da quanti si dilettino in cucina e sopratutto in pasticceria (provare per credere).
Naturalmente anche l'alimentazione fa la sua parte, ed ecco cosa mangiano i miei polli:
- pulcini (dalla schiusa alle penne): Subito dopo la schiusa procedo con un'alimentazione a base di uovo sodo e farina di orzo, per poi arrivare ad un pastone di farina di orzo con una piccola parte di farina di mais e l'aggiunta di grano tenero in chicchi (tenuti in ammollo per renderli più digeribili ed appetibili). In caso di freddi primaverili improvvisi mi è ricapitato di aggiungere nel pastone qualche scroscio di vino, e quindi di fare il pastone briaco: tale pratica, ancora oggi molto diffusa tra i vecchi contadini della zona, veniva usata per dar "calorie" ai pucini (pulcini) infreddoliti.
-pollastre e galletti: si passa ad orzo spezzato, sempre una minima parte di mais spezzato, grano in chicchi e un poca di farina di favino, il tutto servito asciutto. Inoltre l'erba e la verdura inizia ad essere parte fondamentale della dieta quotidiana, ed i polli possono ruspare (razzolare) nel pascolo godendo anche dei lumachini e degli insetti.
-galline e galli: il mix è oramai composto da chicchi interi, ed oltre all'orzo e al grano tenero aggiungo del favino e qualche seme di girasole. Durante il mese di fine luglio/agosto, in quello che è deputato come il periodo più caldo dell'anno, fornisco anche dei pastoni a base di crusca, pane e moltissima frutta. Erba a volontà.
Durante l'anno trascorro lunghi periodi in cui do ai polli anche gli scarti della lavorazione del latte di capra, generalmente addizionandolo a della crusca.
Non uso MAI alcun tipo di mangime industriale o miscela specifica (anche se ho fatto pochissimi tentativi che poi nel prossimo intervento andrò a spiegare).
Generalmente i miei polli vivono molti anni, e contrariamente a quanto detterebbe la legge degli allevatori convenzionali (e cioè che dopo due anni la gallina va ricambiata), io decido di tenerle anche per svariati anni se queste non mostrano acciacchi e continuano a deporre qualche uovo.
Essendo galline da uovo saranno sempre scarne in fatto di carne, ma posso comunque assicurare che la loro bontà è cosa più che rilevante: da amante del brodo posso dire che questo pollo non la smette mai di stupirmi (anche negli umidi).
E' comunque necessario assicurare al pollo sempre acqua pulita, e se quindi avete delle anatre (che sono delle insozzatrici di ciotole d'acqua) dovrà essere data maggiore attenzione.
Oltre alla beva si deve pensare anche ai sali, e sopratutto chi non ha pascolo dovrebbe provvedere creando degli angolini o delle buche dove mettere della semplice rena di fiume.
Anche io l'ho fatto, e nonostante l'ampio pascolo vedo che in estate la prediligono: oltre a trovare qui il calcio fondamentale per le loro ossa e per il guscio delle uova, si dilettano anche in lunghi "bagni di sabbia" che servono per rinfrescarsi ma sopratutto per eliminare i parassiti che spesso sono presenti.
Non ho mai usato insetticidi o simili, ma piuttosto ho investito molto tempo a sostituire la paglia nelle cove (provvedendo ad eliminare la vecchia), e a rimuovere la pollina (le deiezioni dei polli) da sotto le cove.
Finisce qui il mio primo intervento sull'argomento polli, e a breve ne seguirà un'altro.